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Lo storage conviene?

Marzo 12, 2023 · 4 minuti
Ceresa Next storage

Il payback di un sistema di battery storage industriale

Lo storage conviene? Nei paragrafi che seguono cercheremo di dare una risposta a questa domanda che ci viene posta con grande frequenza.

La scelta di abbinare un sistema di accumulo dell'energia elettrica ad un impianto fotovoltaico industriale, seppure concettualmente e tecnicamente corretta, non è sempre conveniente. Il tempo di rientro di tali sistemi potrebbe infatti, in alcuni casi, superarne la stessa vita utile.

I nostri clienti vorrebbero minimizzare l’immissione in rete dell’energia non autoconsumata, e stoccarla per poterla sfruttare in un secondo momento. Tale richiesta benchè ragionevole spesso risulta economicamente poco sostenibile.

In base alle tecnologie ed ai materiali utilizzati per la loro produzione esistono oggi differenti tipologie di batterie. Ai fini della presente analisi prenderemo in considerazione le batterie al litio, che attualmente rappresentano il miglior compromesso prezzo-prestazioni.

Caso studio

Come ipotizzato nell’articolo precedente (vedi Impianti fotovoltaici: qual è la taglia ideale?) consideriamo un’utenza industriale con fabbisogno pari a 315 MWh/anno, ed un baseload nel periodo notturno di circa 10 kW.

Per poter stoccare l’energia prodotta non autoconsumata, necessaria a coprire i consumi nelle 12 ore in cui su media annuale un impianto fotovoltaico non produce, si dovrà prevedere un sistema di storage da circa 120 kWh.

Il costo per la fornitura e posa di un sistema di accumulo da 120 kWh è di circa 120.000 €, con una vita utile che può arrivare fino a 20/25 anni.

Come nell'esempio precedente consideriamo i seguenti parametri: un costo dell’energia da rete pari a 200 €/MWh e un prezzo di immissione in rete dell’energia in eccesso pari a 120 €/MWh. A questo punto possiamo impostare il modello di calcolo per definire in modo corretto il payback dell’investimento.

Analisi

Per capire se lo storage conviene davvero, occorre fare alcune considerazioni.

Si potrebbe erroneamente pensare che sia sufficiente rapportare il costo dell’impianto di accumulo con l’energia risparmiata e non acquistata dalla rete, ma tale approccio non considera il guadagno generato, in assenza di un sistema di storage, dall'energia in eccesso immessa in rete. La rete pubblica funge infatti, a tutti gli effetti, da "batteria virtuale".

Un sistema di storage da 120 kWh indicativamente può gestire, al netto delle perdite del ciclo di carica e scarica, circa 40 MWh/anno, che moltiplicati per 200 €/MWh permetterebbe all’utente finale di risparmiare 8.000 €/anno di energia prelevata dalla rete pubblica. In questo caso il payback sembrerebbe essere pari a 120.000/8.000 = 15 anni. Ma tale ragionamento, come anticipato, non terrebbe conto della "batteria virtuale" rappresentata dalla rete pubblica.

Infatti il calcolo corretto deve tenere in considerazione anche il mancato sfruttamento della convenzione RID (Ritiro Dedicato) con il GSE che, come accennato in precedenza, valorizza l’energia prodotta dal fotovoltaico non autoconsumata ed immessa in rete.

Ne consegue che il valore da usare sarà dato dal delta che vi è tra il costo dell’energia prelevata e il prezzo di immissione in rete, ovvero 200-120 = 80 €/MWh.

Il risultato che si ottiene in questo caso sarà ancora meno conveniente, in quanto l’utente finale potrebbe risparmiare solamente circa 3.200 €/anno, valore dato dalla moltiplicazione tra 40 MWh/anno e 80 €/MWh come appena dimostrato. Il payback ottenuto in questo caso è pari a 120.000/3.200 = 37,5 anni.

Conclusioni

In definitiva, lo storage industriale conviene? Ad oggi, in assenza di incentivi dedicati, raramente.

Diverso è il mercato residenziale, che ha beneficiato negli ultimi anni di generosi bonus fiscali, ed a visto impennarsi il numero di installazioni dei sistemi di stoccaggio dell'energia. Basti dire che il 100% delle installazioni di impianti fotovoltaici da noi realizzati presso clienti di tipo residenziale negli anni 2021 e 2022 è stato abbinato a batterie.

Gli studi sui nuovi materiali e tecnologie contribuiranno a ridurre i tempi di rientro: fra tutti ricordiamo le batterie agli ioni di sodio che sembrano essere promettenti soprattutto per un uso "statico" in funzione di volume e peso.

Ai fini del presente studio non abbiamo preso in considerazione le cosiddette configurazioni ad "isola", ove l'impossibilità di connessione alle rete pubblica (es. rifugi di montagna) non presenta alternative ai sistemi di storage.

Da ultimo, vogliamo ricordare come la transizione verso l'elettrificazione di consumi termici e trasporti non potrà prescindere dalla realizzazione di punti di stoccaggio locali dell'energia al fine di evitare di confrontarsi con i limiti dell'attuale rete pubblica.

A tal proposito si delineano scenari futuri in cui l'energia prodotta nelle ore centrali della giornata, per sua natura più economica, se stoccata efficacemente potrà acquistare un valore molto superiore quando consumata nelle ore notturne in cui il contributo delle fonti rinnovabili sarà meno evidente.

Rimaniamo, a tal proposito, non soltanto ottimisti, ma anche favorevoli ad un modello diffuso di produzione e consumo dell'energia.

Chi siamo

Ceresa Next è una società di servizi con sede a Torino, leader nel fotovoltaico industriale e operativa prevalentemente in Piemonte e Nord-Ovest d'Italia. Gli impianti fotovoltaici industriali sono realizzati da Ceresa Next attraverso contratti EPC, Engineering Procurement & Construction, e possono essere accompagnati da soluzioni finanziarie quali noleggio operativo oppure PPA, Power Purchase Agreement.

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